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Insieme per Fiorentino, l’ultima dimora di Federico II

Serenella Russo racconta la storia di Castel Fiorentino e del Comitato nato per promuovere il recupero del sito archeologico in cui morì Federico II di Svevia

A Torremaggiore, in provincia di Foggia, un gruppo di giovani ha in comune il desiderio di valorizzare il proprio territorio dal punto di vista culturale, storico e artistico.  In occasione del censimento I luoghi del cuore  promosso dal FAI è nato il Comitato Insieme per Fiorentino. Il fine ultimo è organizzare visite guidate per valorizzare il Parco Archeologico di Castel Fiorentino. Promuovere tuttavia prodotti locali e della tradizione,  realizzare eventi teatrali, culturali e musicali.

Castel Fiorentino è il luogo in cui il 13 dicembre del 1250 trovò la morte Federico II di Svevia. Si narra che una volta fu fatta all’imperatore una profezia riguardante la sua morte: egli sarebbe deceduto in un paese contenente la parola “fiore”. Per questo Federico II evitò di frequentare Florentia (Firenze). Non sapeva che nell’agro dell’odierna Torremaggiore si ergeva un borgo di origine bizantina, chiamato appunto Castel Fiorentino. Le sue rovine affiorano da una collina detta dello Sterparone (205 m). Sono ancora visibili alcuni locali, una torre di avvistamento e la Domus (palazzo nobiliare) all’interno della quale morì Federico II.

La stessa leggenda racconta anche che, secondo la profezia, egli non solo sarebbe morto appunto sub flore, ma anche nei pressi di una porta di ferro. Secondo la tradizione, Federico II riavutosi leggermente dal torpore chiese alle guardie che lo vegliavano dove si trovasse. Volle anche sapere dove portasse una porta chiusa che stava vedendo dal proprio letto. Quando la guardia gli rispose che si trovava a Castel Fiorentino e che quella porta, murata dall’altra parte, non era che un vecchio portone di ferro, l’imperatore sospirò: «Ecco che è giunta dunque la mia ora», ed entrò in agonia. Non si riprese più.

 

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Amore, pizza e kebab: l’importante è stare insieme

Rosy Pergola spiega l’amore ai tempi del covid-19, in un podcast autobiografico e irriverente in cui racconta la sua vita matrimoniale

La vita matrimoniale è ancora ambita dai giovani? I tempi sono cambiati: una volta ci si sposava in giovane età. Oggigiorno, ad avere un ruolo di primo piano sono: studio, carriera lavorativa e ambizioni personali. L’amore però non ha età. Anche ai tempi del Covid-19.

La voglia di stare insieme anche con un materassino gonfiabile e un tavolino di plastica, con la macchina per il caffè con le cialde e una manciata di biscotti, in una casa vuota e senza mobili è più forte di qualsiasi difficoltà.

In questo podcast autobiografico e irriverente, realizzato in coppia con suo marito Angelo, Rosy Pergola racconta le peripezie affrontate nel coronare il suo sogno d’amore. Più volte rimandando per attendere “il momento perfetto” rovinato dalla pandemia.

Novelli Sandra e Raimondo, i giovani coniugi vivono la loro vita tra una cena preparata al volo, una serie di pizze d’asporto, kebab e junk food decisi in un nanosecondo.

 

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Mariasole Bianco racconta il suo Pianeta Oceano

Maria Laura Riccardi intervista Mariasole Bianco, biologa marina e DonnAmbiente 2019, che ha recentemente pubblicato il libro “Pianeta Oceano”

 

Mariasole Bianco è una biologa marina e divulgatrice scientifica. Nel giugno del 2020 pubblica con Rizzoli “Pianeta Oceano”. Nel suo primo libro descrive con grandi capacità divulgative le meraviglie dell’oceano, in particolare le problematiche che lo affliggono e le soluzioni che si possono adottare per salvaguardarlo.

In particolare, il podcast vuole divulgare una corretta informazione legata alla salvaguardia ambientale. Emozionare nella descrizione di tutte le ricchezze che rischiamo di perdere continuando a trattare la natura, ed in questo caso il mare, come un “conto corrente da cui preleviamo in continuazione senza mai versare un centesimo”.

Mariasole Bianco ha una grandissima passione per il mare e per la sua tutela. Lavora con il settore privato sulle sostenibilità e responsabilità ambientali legate all’oceano. Ha insegnato divulgazione naturalistica all’Università di Genova; dal 2012, fa parte della World Commission on Protected Areas dell’IUCN. È fondatrice e presidente di Worldrise: una ONLUS dedicata alla tutela e valorizzazione dell’ambiente marino e al coinvolgimento delle nuove generazioni.

Ospite fissa della trasmissione Kilimangiaro, si è affermata come punto di riferimento della comunità italiana e internazionale come esperta di conservazione della natura. È stata insignita del Premio DonnAmbiente 2019 e sempre nello stesso anno è stata scelta come moderatrice dalle Nazioni Unite in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani.

 

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Via Francigena, pellegrini di luce: Road to Rome 2021

Che cos’è la via Francigena? Nella seconda puntata Giuseppe Armillotta e I’m from Gargano scendono nel dettaglio

In questo secondo podcast sulla via Francigena, le informazioni si sposano con le testimonianze di camminatori di lungo corso, neofiti ed esperti del settore. Attraverso la loro esperienza ci raccontano la bellezza di questo Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa dal 1994  (itinerario slow, di scoperta culturale, viaggio e spiritualità).

Le storie. Luca Ricci, ciclista di Bologna, ha percorso la Francigena e la via Micaelica spingendosi fino in Salento. Pietro Scidurlo presidente di Free Wheels  spiega il suo impegno nell’aiutare persone con bisogni specifici ad affrontare un cammino. Massimo Tedeschi, Presidente AEVF, parla dell’evento Via Francigena, Road to Rome 2021 (per festeggiare i vent’anni di attività di AEVF), che partirà da Canterbury il 15 giugno 2021 per arrivare a Roma e poi verso Santa Maria di Leuca.

La Via Francigena promuove un patrimonio legato alle identità culturali europee partendo da un itinerario storico che si esprime attraverso un fascio di strade, sulle quali si è formata la storia dell’Europa nei secoli scorsi. Per scoprire questo percorso di 2000 km attraverso l’Inghilterra, la Francia, la Svizzera e l’Italia sugli antichi passi dei pellegrini medievali che camminavano verso le grandi mete come Roma, Santiago di Compostela o Gerusalemme, il 7 aprile 2001 è stata creata l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF).

Al termine del 2020, AEVF mette in rete 189 enti locali e 64 organizzazioni no profit in Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia. Oltre a più di 400 attori privati nei settori dell’ospitalità, del turismo e delle attrezzature tecniche.

 

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Via Francigena, pellegrini di luce: la metafora del sole

Via Francigena, da Canterbury a Roma fino al sud Italia, passando per Monte Sant’Angelo e la grotta di San Michele, a piedi o in bicicletta

La via Francigena può essere raccontata non solo dal punto di vista religioso e della fede, ma anche da un punto di vista umano. La luce che guida i pellegrini, oppure, ognuno di noi, è un sole. Il sole ha un potere straordinario, come un antico padre. Nel podcast di Giuseppe Armillotta realizzato con I’m from Gargano si chiarisce cos’è questa via (o meglio queste vie), le motivazioni del perché un uomo si debba mettere in viaggio.

Nella prima puntata dedicata alla via Francigena,  si gioca sull’immaginario e sulla percezione che si ha percorrendo un cammino simile. L’ascoltatore è immerso in un viaggio che non ha nulla di tecnico, ma solo di emozionale. Tutto ruota attorno alla metafora del sole come rappresentazione della nascita dell’umanità, della retta via ma anche come simbolo dell’amicizia.

La Via Francigena promuove un patrimonio legato alle identità culturali europee partendo da un itinerario storico che si esprime attraverso un fascio di strade, sulle quali si è formata la storia dell’Europa nei secoli scorsi. Per scoprire questo percorso di 2000 km attraverso l’Inghilterra, la Francia, la Svizzera e l’Italia sugli antichi passi dei pellegrini medievali che camminavano verso le grandi mete come Roma, Santiago di Compostela o Gerusalemme, il 7 aprile 2001 è stata creata l’Associazione Europea delle Vie Francigene (AEVF).

Al termine del 2020, AEVF mette in rete 189 enti locali e 64 organizzazioni no profit in Inghilterra, Francia, Svizzera e Italia. Oltre a più di 400 attori privati nei settori dell’ospitalità, del turismo e delle attrezzature tecniche.

 

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Stress, come gestire le tensioni e sviluppare la resilienza

Il termine stress fu impiegato per la prima volta nel 1936 da Hans Selye. Nei suoi podcast, Alessandra Volpe racconta come affrontare i disturbi derivanti da questa forma di esaurimento psicofisico

Lo stress è una risposta psicofisica a compiti anche molto diversi tra loro, di natura emotiva, cognitiva o sociale che la persona percepisce come eccessivi. Come far emergere le proprie risorse? Esiste uno stress positivo che risulta salutare e di cui alcune persone sono più capaci di altre nella gestione degli eventi. Per gestire al meglio lo stress è necessario imparare a conoscere i quattro modi per sviluppare la resilienza e come distinguere un coping basato sull’emozione da quello basato sul problema.

Ci sono tre livelli di stress ma gli uomini e le donne  reagiscono ed affrontano in maniera diversa gli eventi. Il benessere è accessibile a tutti nel momento in cui si è gentili verso  se stessi e consapevoli dei propri sentimenti. Per vivere sereni e allontanare lo stress, bisogna prefissare degli obiettivi e cercare di raggiungerli.

Alessandra Volpe è laureata in Psicologia clinica e della Salute, abilitata alla professione dopo aver svolto il tirocinio annuale obbligatorio. Infatti, è iscritta all’Albo Ordine Psicologi Puglia. Ama tutto ciò che collega la mente al corpo, l’anima allo spirito. Le piace approfondire la psicologia dietro grandi personalità e fenomeni sociali.
Appassionata di filosofia e musica, il canto però è la sua più grande passione: da ben 22 anni fa parte del coro parrocchiale. Nei ritagli di tempo, scrive poesie sulle emozioni e sulla natura, con un focus speciale rivolto a pensieri, riflessioni e scritti su tematiche socio-culturali e psicologiche. La lettura è un’altra sua grande passione.

 

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Verso Erasmus+ 2021-2027

Erasmus Plus è il programma dell’Unione europea per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport 2014-2020

Erasmus+ si inserisce in particolare in un contesto socio-economico che vede, prima di tutto, quasi 6 milioni di giovani europei disoccupati. Ossia. In alcuni paesi  i livelli superano oltretutto il 50%. Analogamente si registrano oltre 2 milioni di posti di lavoro vacanti. Di conseguenza, un terzo dei datori di lavoro segnala difficoltà ad assumere personale con le qualifiche richieste. Ciò dimostra il sussistere prima di tutto di importanti deficit di competenze in Europa.

Erasmus+ è pensato per dare risposte concrete a queste problematiche, attraverso opportunità di studio, formazione, di esperienze lavorative o di volontariato all’estero. La qualità e la pertinenza delle organizzazioni e dei sistemi europei d’istruzione, formazione e assistenza ai giovani saranno incrementate attraverso il sostegno al miglioramento dei metodi di insegnamento e apprendimento, a nuovi programmi e allo sviluppo professionale del personale docente e degli animatori giovanili, e attraverso una maggiore cooperazione tra il mondo dell’istruzione e della formazione e il mondo del lavoro per affrontare le reali necessità in termini di sviluppo del capitale umano e sociale, in Europa e altrove.

Il bilancio di 14,7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 rappresenta un aumento del 40% rispetto alla programmazione precedente. Finanziamenti addizionali riguardano la mobilità nel campo dell’istruzione superiore e per la costituzione di capacità con il coinvolgimento di paesi terzi.

Erasmus+ rientra nei programmi europei per il periodo 2021-2027. In questo podcast,  Donato Cerone racconta le tre Azioni Chiave, gli obiettivi, le novità e i principi alla base del progetto. Arricchisce il discorso con la musica e le sue considerazioni al riguardo.

 

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South working, lavorare (con felicità) dal sud Italia

Fare impresa al sud è più bello: un tempo emigranti, oggi affermati imprenditori e professionisti, con progetti e idee innovative. La rivoluzione ha il nome di south working

La Puglia è uno stato d’animo, voce di madre che chiama e sussurra dolci nenie ai figli della sua terra. C’è un tempo per partire e uno per tornare. La pandemia Covid-19 ha riscritto le regole del mondo del lavoro. Il trend è quello di cercare nuovi spazi dove lavorare. A percepire maggiormente questa opportunità sono coloro che hanno fatto impresa al nord e, adesso, vogliono tornare al sud perché i tempi sono maturi. Le storie di Antonio e Gabriella Rinaldi, fratello e sorella originari di Manfredonia, raccontate da Emanuela Testa nel suo podcast, parlano di: opportunità, occasione, lavoro di squadra, studio. Tornare nel sud Italia per mettere il proprio know-how a disposizione del territorio. Sfruttare lo smartworking per dare vita alla rivoluzione del south working. Fenomeno, quest’ultimo, in fase di studio. Tendenza a riscoprire il meridione non solo come luogo di vacanza, ma prima di tutto per il lavoro.

 

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Role Model, figure di riferimento per i giovani

I Role Model sono figure di riferimento positive che possono ispirare, attraverso i loro racconti, chi vive situazioni particolari o in contesti difficili

Sono un esempio da seguire. Grazie all’istruzione e alla formazione, hanno superato con successo una fase critica della propria vita, trasformandola in una possibilità da cui attingere nuove risorse e opportunità. La Commissione europea li chiama Role Model.

L’Agenzia Nazionale per i Giovani è impegnata da anni in particolare a promuovere esempi positivi per le nuove generazioni. In altre parole, il fine è fornire un efficace contributo nel percorso di educazione e crescita delle nuove generazioni. Prima di tutto, in un’ottica di prevenzione delle nuove forme di radicalizzazione culturale, in linea con quanto previsto dalla Commissione Europea.

I Role Models quali modelli di comportamento cui ispirarsi, sono di fatto uomini e donne che da un’esperienza negativa, da episodi drammatici o discriminatori, hanno trovato la forza per reagire a un terribile contesto riconducendolo a proprio vantaggio e arrivando anche a trasformarlo in un successo personale.

Dare ai giovani esempi positivi di chi, nonostante le difficoltà, le discriminazioni, i disagi (fisici, sociali, economici) ce l’ha fatta, ha invertito la rotta e trovato la sua strada.

Serenella Russo e Brenda li Quadri vi faranno conoscere il mondo dei portatori sani di buone pratiche nel loro podcast dedicato ai Role Model.

 

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Youthpass sostiene la cittadinanza europea attiva

Nella terza puntata di Conversando, Stefano Ruggiero parla di Youthpass, certificato rilasciato ai singoli partecipanti del programma Erasmus+

Youthpass è uno strumento che documenta i risultati ottenuti  dai giovani nell’apprendimento del lavoro o di attività di solidarietà. Certifica progetti finanziati da Erasmus +: Gioventù in azione e Corpo europeo di solidarietà. I giovani che hanno partecipato a questi progetti hanno diritto a ricevere un certificato.

Ha doppia valenza. Certifica la partecipazione ad attività del programma per il settore Gioventù;  facilita l’auto-valutazione dei giovani partecipanti.  Nasce con obiettivi di visibilità, riconoscimento e trasparenza del programma “Gioventù In Azione”, oggi “Erasmus+: Gioventù”.

Youthpass è un vero e proprio strumento/bandiera per promuovere il settore dell’educazione non formale e permette di dare visibilità/riconoscibilità al bagaglio di acquisizioni, apprendimenti, competenze trasversali apprese grazie al programma europeo.

Youthpass sostiene la cittadinanza europea attiva dei giovani e degli animatori giovanili descrivendo il valore aggiunto del loro progetto. Supporta l’occupabilità dei giovani e degli animatori giovanili,  aumentando la loro consapevolezza e aiutando a descrivere le loro competenze, documentando l’acquisizione di competenze chiave su un certificato.

 

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